Il cammino 2013 parte in sordina , poi cresce nelle tappe successive.
Alla partenza siamo. : Sergio ,Franca, Sandro , Anna, Sara , Patrick , Serin, Giovanni , Daniele, Patrick, Justin, Valentino .
La vera sorpresa della giornata e stata la presenza di Justin, otto anni , madrelingua tedesco , che ci incoraggia sorridente lungo tutta la prima tappa . All' arrivo a San Benedetto vecchio , dopo più di 20 km, sembra più fresco di quando è partito . Dopo i saluti di Mirko e Don Pietro riviviamo le soste dello scorso anno. : la piccola chiesa stile rurale della Madonna dei Confini ( a sinistra ) e la bellissima abbazia di San Faustino , che deve la sua sopravvivenza e il suo ritrovato fascino alla passione e alla competenza degli attuali proprietari.
Uno di loro ci accompagna verso un punto del cortile dell' abbazia dove si può vedere il monte de La Verna e ci mostra la ex Chiesa, ora usata per celebrare matrimoni in rito civile .
Lasciata l' Abbazia continuamo lungo la strada bianca che passa sul crinale ; la vista spazia verso Rocca d Aries e Pieve de Saddi ( alla nostra sinistra) e verso dolci colline che ancora per poco nascondono Gubbio (alla nostra destra). Queste zone erano popolate sino ai primi anni 70 del secolo scorso : Franca ci racconta di una donna che abitava lì e che rimasta sola ha voluto continuare ad abitare nella sua casa fino a che ha potuto : si lavava gli abiti da sola al torrente e percorreva chilometri a piedi per fare la spesa a Pietralunga .Lucio e Sergio andarono a portarle il cibo in un anno in cui vi erano state abbondanti nevicate ...
Poi un giorno divenne cieca e a malincuore dovette lasciare i suoi luoghi e le sue abitudini.
Durante tutto il cammino abbiamo la possibilità di parlare tra noi , come difficilmente accade in altre situazioni della vita quotidiana . Il camminare fianco a fianco rende la fatica piu lieve e ci si aiuta l'un l"altro . La bella giornata , il bellissimo panorama che si può ammirare da una parte e dall' altra del crinale conferiscono ai racconti un fascino diverso .
Anna mi racconta la leggenda ( che poi non sembra tanto leggenda ) della mannaja , da cui a Pietralunga è nata una festa.
Un pellegrino nel tardo medioevo si recava da Loreto a Lucca per venerare il Volto Santo ( crocifisso ligneo ) ; vicino a un torrente vide il cadavere di un uomo assassinato e , spaventatisi , si fermò a guardarlo .
Alcuni uomini giunti nel frattempo lo accusarono di essere l’ autore materiale dell omicidio , lo portarono dal giudice che lo condannò a morte.Il pellegrino pregava prima di salire al patibolo , invocando il Volto Santo e promettendoGli di proseguire il pellegrinaggio fino a Santiago di Compostela se avesse avuto salva la vita . Quando il boja calò la mannaja, per tre volte la lama lasciò illeso il collo del malcapitato che fu liberato , interpretando il fatto come volontà di Dio .
La mannaja con la lama rivoltata è ancora conservata presso il duomo di Lucca , appesa vicino alla cappella del Volto Santo a testimonianza del miracolo accaduto.
Pernottiamo vicino alla Abbazia di San Benedetto vecchio e al mattino successivo si uniscono a noi Antonella e Riccardo ; tutti insieme andiamo a rivisitare l' abbazia , grazie a una gentile signora che ci fa vedere l'interno della chiesa e ciò che resta del vecchio monastero , ora adibito a punto di sosta lungo il cammino francescano.
Riprendiamo il nostro cammino su strada sterrata , in mezzo ai pini verso il Passo del Cardinale ( foto) , da cui ammiriamo un bellissimo panorama, con il Monte Nerone alla sinistra e il massiccio del Catria alla nostra destra.
( panorama da Passo del Cardinale )
Scendiamo a Salia , risaliamo verso Caileto e infine arriviamo alla Serra di Burano.
Arrivati alcuni di noi fanno il bagno in piscina nell’ agriturismo Casa Luchetti ,altri vanno a vedere la grande croce di ferro posta in cima alla serra di Burano .
Ceniamo insieme nei locali del garage, cucinando da soli e approfittando di quanto ci offre di tutto cuore Bruno .
Dormiamo presso i locali dell' agriturismo Casa Luchetti , in stanze caratteristiche , ben arredate e accoglienti .
La frase del giorno , detta da Antonella : la cultura serve per avere gli strumenti per capire la realtà ( e non per costruire una realtà come vogliamo immaginarla )
Al mattino si riparte,salendo verso la Croce della Serra di Burano e poi ci immergiamo dentro la faggeta insieme a Manuela , Stefania , Tiziana e Alvaro , che si sono aggiunti in mattinata.
Superato anche il Bosco di Tecchie arriviamo all' oratorio di San Crescentino : Elena ci apre e ci fa vedere l' interno della Chiesa e il vicino Rifugio ; e' una casa parrocchiale con uso di cucina e possibilità di pernottare per 30 persone massimo.
Arrivati a Cantiano gustiamo un bel gelato all' amarena di Cantiano e poi giunti al camping Le Ginestre del Catria di Chiaserna Sandro e Anna ci offrono una ottima crostata preparata con marmellata propria ; chiudiamo la giornata con la cena vegetariana preparata da Ester ( dopo un giorno di panini ) , insieme ad Alice, che si è' aggiunta a noi.
Al mattino al Bar K2 di Chiaserna ci raggiungono Alessandro e Don Paolo.
Il gruppo si divide in due : Giovanni, Daniele, Sergio affrontano la salita verso la cima del Catria per scendere poi a Fonte Avellana , gli altri proseguono per l'itinerario tradizionale verso Isola Fossara e Sitria
Durante il cammino, il racconto del Don :
Un pellegrino passa per una strada di campagna e vede uno che taglia le pietre .
" cosa fai ? " gli chiede
" non vedi ? spacco le pietre "
Percorre un altro tratto di strada e vede un altro uomo che fa lo stesso lavoro
" Che fai ?
" Mi guadagno il pane "
Più in là si imbatte in un altro spaccatore di pietre , gli fa la stessa domanda e lui risponde '" sto costruendo una Cattedrale “
In realtà non stava costruendo una cattedrale , ma aveva capito che il valore del suo lavoro andava al di là dello spaccare le pietre e del guadagnarsi il pane .
Graziano Ilari ci permette di rivedere l' antichissima abbazia di Santa Maria di Sitria , grazie ad un suo amico che ci apre il portone.
All' interno visitiamo la cella dove fu rinchiuso per 7 anni San Romualdo dai suoi stessi monaci a causa di false accuse ; del resto anche il suo modello, San Benedetto da Norcia, aveva dovuto subire una sorte simile (quella del tradimento) per mano dei monaci di cui era abate a Subiaco.
Lasciata Sitria ci dirigiamo verso una sorgente lì vicino e poi torniamo indietro verso il sentiero che indica la nostra meta : Fonte Avellana .
Saliamo lentamente sino ad arrivare ad un punto panoramico dove di fronte a noi, quasi alla stessa altezza , ammiriamo il complesso dell Eremo di Fonte Avellana .
Incrociamo il Sentiero Italia e poi vediamo Sergio , che , per nulla stanco dopo la salita al Monte Catria , ci viene incontro correndo.
La sera , dopo cena , ci raduniamo su un tavolo sotto una quercia , al chiaro di luna nel parcheggio vicino all eremo . Ne nasce una allegra serata , con un gufo che si fa sentire ogni tanto mentre Alessandro ci racconta le sue avventure nel laboratorio di biologia e Sergio e Don Paolo danno inizio ad un appassionato dibattito ' teologico'
Al mattino assistiamo alle Lodi mattutine insieme ai monaci e poi alla Messa per la festa di Sant Albertino ( 3 settembre ); nel frattempo sono arrivati Paolo, Livio , Don Pietro e Paola.
La devozione per il Santo , il cui corpo è custodito nell’ abbazia , morto nel 1294 , è ancora molto sentita : da Isola Fossara e' giunto un nutrito gruppo di persone , giovani e meno giovani e un monaco ci racconta che negli anni passati venivano a piedi molte persone dai paesi vicini , alcuni per grazie ricevute .
Lo stesso monaco aveva raccontato la sera prima ad alcuni di noi che qualche anno addietro , il giorno della festa di Sant Albertino , aprendo la mattina presto la porta del monastero , ha visto un uomo maturo seduto lì fuori ; questi gli riferì di essere li da qualche ora e che voleva ringraziare il Santo perchè soffriva di ernia e prima di essere operato sentì all’improvviso come una forte sensazione di calore e poi più nessun dolore ; l’ operazione non fu più necessaria perché il male era sparito .
Al mattino assistiamo alle lodi , insieme ai monaci camaldolesi e poi alla Santa Messa :
nell’ omelia Dom Mario ci ricorda che evitare i vizi e praticare le virtù non serve per acquisire meriti di fronte agli uomini o di fronte a Dio , ma per essere umili e potersi così mettere in ascolto della Parola di Dio e raggiungere la vera felicità.
Arrivederci al prossimo anno , a Dio piacendo .